L’EVENTO – le parole di Ugo Gregoretti

14 Dicembre 2014

Teatro in Fabula

Capita di frequente a un vecchio e sperimentato regista di ricevere in visione (quasi mai dietro richiesta) filmati amatoriali di varia pezzatura, opera di appassionati cineasti dilettanti che cercano, quasi sempre invano, di poter mostrare il frutto delle proprie fatiche a un pubblico latitante, tramite occasioni festivaliere generalmente sorde alle loro richieste di visibilità.

C’è da dire che in parte si tratta di una sordità comprensibile, poiché non poche di queste opere “prime” o “seconde” volontaristiche pare non abbiano i requisiti per essere accolte come opere cinematografiche propriamente dette. Io stesso, nonostante la tenerezza che provo per le passioni dilettantistiche dei giovani cineasti (quando non si tratta di presunzione), rifuggo il più possibile dalla visione delle loro opere, per risparmiare a me stesso noie e delusioni. Tanto più che il mio buon cuore mi impedisce di essere sincero nel giudizio quando il giudizio non potrebbe che essere negativo, e così alimento inconsciamente le illusioni degli autori.

Ma questa volta, finalmente, evviva! Sono incappato con sorpresa in un bel film e non ho bisogno di mentire: L’EVENTO è un bel film senza ombra di dilettantismo e di ingenuità (tranne che nel titolo forse…). Non saprei da che parte cominciare nell’enumerarne le qualità. Anzitutto la storia, che non si direbbe una delle tipiche e convenzionali storie di camorra, ma piuttosto un romanzone popolare napoletano del tardo ottocento, pieno di sotto-storie e di colpi di scena. Penso più che a qualche autore del nuovo genere thriller partenopeo, al grande Francesco Mastriani de I MISTERI DI NAPOLI, alla fertilità narrativa delle sue pagine, ai suoi ritmi e anche agli eccessi…

Poi gli attori, tutti eccellenti, dei quali non ricordo i nomi perché almeno per me sono tutti sconosciuti. Ma chi avrà insegnato al giovane protagonista a recitare in un modo così convincente i suoi ripetuti attacchi di epilessia? Chi glieli ha insegnati? In quale ACTOR STUDIUM ha studiato?

Colpiscono anche la paradossale bonarietà deprimente del feroce capo camorrista, il cinismo servile degli adepti, la complice apatia, la volgarità tellurica delle femmine di malavita, la dolcezza anche eroica delle giovani partner femminili. E poi gli assolati paesaggi ben fotografati da un sapiente operatore (chi sarà mai?), il ritmo della sceneggiatura, la padronanza della regia… Ma è mai possibile che un film così ricco di pregi e di intuizioni originali non abbia il diritto di conquistarsi la meritata attenzione?

Ugo Gregoretti

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