il sogno di una cosa

Teatro Canzone su Luigi Tenco

Ospite alla XXXIV edizione del Benevento Città Spettacolo

Ass. Spakka-Neapolis e Teatro in Fabula presentano

un progetto di Monica Pinto e Giuseppe Cerrone

con Monica Pinto e Luca Di Tommaso
drammaturgia e regia: Giuseppe Cerrone

musicisti: Salvatore Torregrossa e Andrea Sensale
arrangiamenti: Salvatore Torregrossa e Monica Pinto
collaborazione alla drammaturgia: Antonio Piccolo
scene: Ciro Lima Inglese
maschera: Roberto Giovanni Pellegrino
disegno luci: Paolo Petraroli

debutto:
7 settembre 2013: Benevento Città Spettacolo

repliche:
11-12 marzo 2014: Sala Assoli, Napoli

Note

Il “sogno della cosa” – quello di essere voce per le canzoni di Luigi Tenco – è cominciato presto, quando da bambina, silenziosa e attenta, sono stata incantata dalla bellezza di alcuni suoi brani, che ho immediatamente percepito affini al mio sentire. L’incanto è perdurato negli anni e si è rafforzato in una conoscenza più approfondita di tutta la sua opera. E quell’affinità, intuita e mai compresa prima, ha trovato questa risposta: che i suoi brani parlino d’amore o di fenomeni sociali, in essi Tenco celebra e dichiara il suo essere diverso, filtra l’esistenza attraverso una profonda inadeguatezza che lo fa sentire, sempre e al contempo, migliore e peggiore di chiunque altro, ma comunque diverso, non comune, fuori dai parametri correnti.

La realtà, per Luigi, così come per me, non è un luogo comodo, di qui la necessità di contestarla. Questa è la più grande lezione che apprendo da Tenco: la critica, la protesta, la ribellione diventano efficaci solo quando ci sentiamo attori e non spettatori della realtà, necessariamente animati da un proprio percorso interiore di consapevolezza. (Monica Pinto)

Una donna (Monica Pinto) calza la maschera funebre di Luigi Tenco morto 45 anni addietro.
Lo fa col preciso intento di riportarlo in vita.

Entra in gioco una forma orrenda, un corpo grottesco, l’elegante silhouette femminile si muove con la faccia da uomo ma ha pur sempre i tacchi.
La voce di Monica non modula soltanto.

È in primis l’espressione concreta del cuore di Luigi che vuole penetrare nell’opinione pubblica con un prodotto intelligente.
La denuncia della corruzione e l’indagine amorosa procedono di pari passo: Monica è spalleggiata da un sedicente critico (Luca Di Tommaso), esperto di jazz e ballate, che si presta con i suoi siparietti a chiarire il codice, a sfrondare i messaggi.
Questo cinico “gazzettiere” che vive e scrive di notte e dorme di giorno, che conosce perfettamente i tranelli della musica leggera, fa il bello e il cattivo tempo.
Sembra assecondare Monica nel suo sogno non risolto di essere Tenco ed un minuto dopo è già oltre.
Sprezzante delle regole, arrogante, assolutamente moderno nel valorizzarne il gusto e, poi, improvvisamente, nel fuggire chissà dove.